Giorgio de Chirico: L’énigme d’un oprès-midi d’automne

L’énigme d’un oprès-midi d’automne

« Un nouvel air a inondé mon âme – j’ai entendu un nouveau chant – et le monde entier me semble maintenant totalement transformé – l’après-midi d’automne est arrivé – les ombres longues, l’air limpide, le ciel gai – en un mot Zarathoustra est arrivé, vous m’avez compris ? »

Le opere che de Chirico dipinse prima della nascita della metafisica erano definite enigmatiche, a Ferrara nel 1917. I suoi soggetti erano ispirati dalla luce del giorno delle città mediterranee, e L’énigme d’un oprès-midi d’automne non fa eccezione ma poi rivolse gradualmente la sua attenzione alle architetture classiche. I lavori realizzati dal 1915 al 1925 erano caratterizzati dalla ricorrenza di architetture essenziali, proposte in prospettive non realistiche immerse in un clima trascendente e spettrale. Nei vari interni metafisici furono dipinti in quegli anni oggetti totalmente incongrui rispetto al contesto (ad esempio una barca a remi in un salotto), rappresentati con una minuzia ossessiva, una definizione tanto precisa da sortire un effetto contrario a quello del realismo.

Nella sua arte, infatti, si fece sempre più sentire un’originale e romantica interpretazione della classicità e un interesse per la tecnica dei grandi maestri rinascimentali. Il pittore russo Nicola Locoff, vero nome Nikolaj Nikolaevič Lochov lo iniziò ai segreti della tempera grassa verniciata[20]. Dipinse, dunque, tele naturaliste ed eseguì numerosi ritratti, con colori caldi ma fermi. Si interessò alla scultura in terracotta e tradusse nella terza dimensione i suoi soggetti preferiti. Continuò a dipingere contemporaneamente opere di atmosfera metafisica e di impianto tradizionale e i colori più usati erano il cobalto, l’oltremare, il vermiglio nelle tonalità squillanti, e svariate tonalità di verde. Molti autoritratti e ritratti, diverse nature morte erano realizzati a tempera.

Ritornò periodicamente ai suoi temi metafisici, pur continuando a dipingere nature morte, paesaggi, ritratti ed interni in costante opposizione con le tendenze dell’arte contemporanea. Nel 1917 s’interessò nuovamente alla scenografia dedicandosi alla tecnica della scultura in bronzo che coltiverà per tutta la seconda metà degli anni sessanta. Inventò nuove illustrazioni per l’Apocalisse da realizzarsi, questa volta, con il metodo della litografia a colori. Continuò a dipingere contemporaneamente opere di atmosfera metafisica e di impianto tradizionale. De Chirico fu anche incisore e scenografo. (Fonte Wikipedia)

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