Giotto: Madonna di San Giorgio

Giotto: Madonna di San Giorgio

Lorenzo Ghiberti nei Commentari del 1452-1455 citò “una tavola et uno crocifixo” di Giotto nella chiesa fiorentina di San Giorgio alla Costa ed anche Giorgio Vasari nelle sue Vite del 1568 citò che Giotto “fece alle monache di San Giorgio una tavola”. Nessuno dei due autori menzionò tuttavia il soggetto della tavola. Nel 1937 Richard Offner assegnò la tavola all’anonimo Maestro della Santa Cecilia, ipotesi appoggiata da altri studiosi negli anni immediatamente successivi. Il primo a legare questa tavola al nome di Giotto fu il critico tedesco Robert Oertel nel 1937. Oggi l’attribuzione a Giotto è praticamente accettata da tutti gli studiosi.

La tavola doveva essere cuspidata, come di norma nel Duecento, ma entro il 1705, quando fu ristrutturata la chiesa, venne segata su tutti i lati per adattarla a una cornice barocca: su quello superiore venne sagomata una forma ad arco, ai lati si persero i braccioli del trono e in basso il gradino e un piede della Vergine. Riposta in un deposito nei pressi della chiesa di Santo Stefano al Ponte, venne danneggiata dall’attentato di via dei Georgofili del 27 maggio 1993. Dopo tale grave fatto venne intrapreso un restauro curato da Paola Bracco presso l’Opificio delle Pietre Dure, che pulì la superficie e integrò le lacune, lasciando però visibile con il metodo della selezione cromatica la lesione causata da una scheggia nella veste dell’angelo a sinistra. Wikipedia

 

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