Edward Hopper: Tavola calda

Il dipinto “Tavola calda” (conosciuto anche come “Automat”) di Edward Hopper, realizzato nel 1927, è un olio su tela che raffigura una giovane donna seduta in un locale notturno di Manhattan.

La donna è sola, vestita con un abito elegante e un cappello rosso-arancio, e siede ad un tavolo rotondo di fronte a una grande vetrata alla quale da le spalle. La tavola calda è illuminata da una luce artificiale fredda e soffusa, che crea un’atmosfera silenziosa e un po’ malinconica.

Alle sue spalle, si intravedono ombre, probabilmente altri clienti seduti ai tavoli, immersi nei loro pensieri o in conversazioni sommesse. Attraverso la vetrata, si scorge la strada illuminata dai lampioni e il traffico notturno della città.

I dettagli caratterizzanti sono dati dalla donna che tiene in mano una tazza di caffè, ma il suo sguardo è assente, come se fosse persa nei suoi pensieri, Il suo volto è pallido e il suo corpo è rigido, quasi come se fosse una statua. L’unica nota di colore è il suo cappello, che spicca sulla fredda gamma di colori dell’ambiente circostante insieme alla fruttiera alle sue spalle.

Il dipinto è spesso interpretato come una rappresentazione della solitudine e dell’isolamento nella vita moderna, argomento spesso trattato da Hopper, in questo caso la donna nella tavola calda è vista come un simbolo dell’alienazione urbana, intrappolata in un ambiente asettico e impersonale dove la sua immobilità e il suo sguardo assente suggeriscono un senso di vuoto e di mancanza di connessione con il mondo esterno.

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