Caravaggio: La cattura di Cristo (a.D. 1603 come iconografia del bacio di Giuda)

Caravaggio ci ha regalato grandi opere, espressività ai massimi livelli che vien fuori sempre da un’oscurità profonda, la Cattura di Cristo non fa eccezione,  come se venisse fuori dalla sua mente in modo deciso e acquistasse luce nella nascita. In questo è forse a mio parere il più grande scultore delle idee, plasma dall’entropia delle forme ricche di colori, dove i rossi la fanno da padroni emergendo ed imponendosi sul resto dei colori.

La Cattura di Cristo è stata commissionata da Ciriaco Mattei e da suo fratello, Gerolamo, cardinale che pare abbia deciso il soggetto e richiesto una chiara iconografia del bacio di Giuda, bacio che è in primissimo piano ponendo il traditore direttamente a contatto con Cristo che invece si presenta immobile e rassegnato, una chiara opposizione tra i due personaggi che occupano il centro della scena ma nello sguardo di Gesù possono leggersi le anticipazioni della passione, il Messia guarda in basso e non degna di uno sguardo i suoi aguzzini, sapendo già che la sua opera di immolazione sta avendo inizio.

Secondo la teoria più accreditata, l’uomo che rende possibile la visione di questa scena rischiarata da una lanterna sarebbe lo stesso Caravaggio, anche se altri critici ritengono che possa rappresentare Diogene, il filosofo sostenitore della povertà, in un tentativo da parte dell’autore di rappresentare la sua stessa redenzione.

Personalmente propendo per la prima ipotesi, l’uomo ha infatti dei tratti fisionomici che molto ricordano quelli di Caravaggio ed in modo piuttosto deciso.

 

Di proprietà della comunità gesuita di Dublino, la tela è ora in prestito a tempo indeterminato nella National Gallery of Ireland di Dublino.

 

Shares
Close