Caravaggio: Morte della vergine (1604)

Morte della vergine fu commissionato nel 1601 dal giurista Laerzio Cherubini per la propria cappella in Santa Maria della Scala, la chiesa più importante dell’ordine dei Carmelitani Scalzi a Roma. Non esiste alcun documento che riporti la data in cui l’opera fu portata a compimento e consegnata, ma sappiamo che Caravaggio iniziò a lavorarci intorno al 1604, data che andava oltre la scadenza del contratto, un qualcosa che non sorprende chi conosca la vita piuttosto travagliata e movimentata del grande artista.

Sappiamo però che una volta terminato il dipinto fu rifiutato, a quanto pare perché la Madonna non rispettava l’iconografia classica: priva di qualsiasi tributo mistico, con la faccia terrea, un braccio abbandonato e il ventre gonfio. Noi oggi sappiamo che la rappresentazione che ne diede Caravaggio era quella corretta, un verismo pittorico da manuale, cosa che ancor di più fu accentuata dal fatto che girava voce che Caravaggio avesse scelto, come modello per ritrarre la Vergine, una prostituta trovata morta nel Tevere. Ne scaturì uno scandalo ed ancora di più il fatto che la vergine fosse stata ritratta con i piedi nudi fino alla caviglia.

 

Fa da cornice alla vergine un ambiente molto umile dove al centro prende spazio il corpo morto della Vergine, in primo piano la Maddalena, seduta su una semplice sedia, che piange con la testa tra le mani e tutt’intorno gli Apostoli addolorati; la cromaticità è in linea con le sue opere, una scena molto scura illuminata dal rosso della veste della morta e della tenda, un rosso che conosciamo bene e che rende magiche le sue rappresentazioni, mentre la composizione degli apostoli, allineati davanti al feretro, forma in linea col corpo ed il braccio di Maria, una croce perfetta.

Ci sarebbe da dire tanto, l’opera ha infatti tutte le caratteristiche sacre e umane abilmente mescolate, ma alla chiesa di allora, come forse purtroppo ancora a gran parte alla chiesa di oggi, non piacquero le caratteristiche più umane, volendo spingere per una fantasiosa forma sacra incorruttibile, mentre a mio avviso l’aver usato come modello la più misera delle morti rappresenta in modo magistrale l’ideale Cristiano che predica l’uguaglianza.

In ogni caso possiamo ammirare un opera di straordinaria bellezza e poco importa come la si giudichi a livello religioso.

Chi sono

Sono curioso per natura, e tendo ad essere particolarmente distratto da ogni nuovo stimolo, cosa che mi porta ad occuparmi di svariati argomenti contemporaneamente, a volte davvero diversi tra loro come la cucina, la pittura o la meccanica…tendo a cambiare spesso prospettive di studi, ma se questa cosa è per la scuola tradizionale un bel problema, risulta invece un vantaggio quando si è liberi da vincoli imposti.

Un consiglio che lascio a tutti voi è quello di guardare verso l’alto, non accontentatevi di quel che leggete online, sviscerate gli argomenti che vi affascinano e cercate di portare la vostra comprensione sempre un gradino in su, questa è la mentalità giusta.

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