Edvard Munch: L’urlo (1893 su cartone con olio 91 x 73,5 cm, tempera e pastello)

Edvard Munch: L’urlo (1893 su cartone con olio 91 x 73,5 cm, tempera e pastello)

L’urlo, opera di straordinario impatto emotivo è di origine autobiografica, dalle parole dell’autore:

«Una sera passeggiavo per un sentiero, da una parte stava la città e sotto di me il fiordo… Mi fermai e guardai al di là del fiordo, il sole stava tramontando, le nuvole erano tinte di rosso sangue. Sentii un urlo attraversare la natura: mi sembrò quasi di udirlo. Dipinsi questo quadro, dipinsi le nuvole come sangue vero. I colori stavano urlando. Questo è diventato L’urlo»

La realizzazione di questo tramonto fu davvero lunga, e richiese varie bozze ed esperimenti. Nel 1893 Munch, immergendosi completamente in questo soggetto, ultimò finalmente L’urlo, come parte di una serie di dipinti che egli stesso definì Fregio della vita. L’artista.

Tra il 1893 e il 1910, realizzò ben tre versioni del medesimo soggetto. La prima versione, del 1893 (74×56 cm), è un pastello su cartone; si tratta tuttavia di una composizione ancora in divenire che Munch modificò nella versione definitiva (91×73,5 cm), realizzata nello stesso anno. Due anni dopo, nel 1895, vide la luce una terza versione (79×59 cm): questa volta pastello su tavola, battuto dalla casa d’asta londinese Sotheby’s il 2 maggio 2012 per la somma record di 120 milioni di dollari. L’ultima versione (83×66 cm), una tempera su pannello, è stata invece stesa nel 1910.

Questo strano comportamento delinea un attaccamento morboso al soggetto che curiosamente si può percepire analizzando il dipinto fin dalla prima versione, come se fosse il soggetto a prendere il sopravvento sull’artista.

Shares
Close