Mirko Virius: The Reapers (I mietitori, tempera su carta 1937)

L’artista naïf è di solito autodidatta, privo di specifica formazione artistica, di livello culturale ed estrazione sociale modesti; raramente, almeno in origine, era professionista. Le opere naïf, generalmente dipinti, sono caratterizzate da una notevole semplificazione concettuale e da una certa modestia tecnica ed esecutiva, sia nel disegno che nella stesura del colore e nell’impianto prospettico e compositivo d’insieme. Il tema predominante è la rappresentazione della realtà sociale più umile e quotidiana, generalmente in chiave favolistica, poetica o magica.

L’arte naïf possiede comunque una certa consapevolezza delle sue caratteristiche, distinguendosi in ciò dall’arte primitiva (anche se essa è talvolta indicata come «arte neoprimitiva»), oltre che serietà e rigore sufficienti a porla su un altro piano rispetto all’arte dilettantistica.



Mirko Virius è un esponente eccellente di questa corrente pittorica, le sue opere sono apparentemente semplici ma ricordano nella composizione altri grandi del passato come ad esempio Gauguin, certo in modo semplificato, sottolineato dall’uso di tempere in luogo dei classici e costosi colori ad olio e della semplice carta in luogo della tela.

Eppure in questa sua semplicità rappresenta in modo magistrale la realtà e, nel caso specifico dei mietitori, una classica scena lavorativa, sottolineata da colori brillanti quanto lo possano essere delle tempere che per natura tendono ad un opaco spesso snervante.

Ma chi era Mirko Virius?

Nacque il 28 ottobre 1889 a Djelekovec, un villaggio vicino a Koprivnica. Faceva parte del movimento contadino progressista ed era in contatto con i pittori di Hlebine, Ivan Generalic e Franjo Mraz ossia i fondatori dell’arte naif croata. Ha partecipato alla prima esposizione di pittori contadini a Zagabria. Dipingeva con acquerelli, olio e tempere, realizzava disegni di vari genere ma i temi delle sue opere erano sempre orientati al sociale, lavoro in campagna, la casa e la povertà rurale e così via. A causa dell’attività politica fu arrestato e portato in un campo di concentramento a Zemun, dove morì nel 1943.

Insomma era un rivoluzionario, un uomo del popolo come non ne esistono forse più.

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